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venerdì 13 aprile 2012

Un salto in Europa (e ritorno)

Ci sono viaggi studiati a tavolino per mesi che finiscono per mantenere solo una minima parte delle promesse iniziali, solamente perché non avete selezionato con altrettanta cura la compagnia.
Ci sono viaggi in cui non vorreste neanche partire, proprio per questo motivo, ma una volta arrivati siete così strabiliati dalla meta da non poter fare altro che infischiarvene di tutto ciò che vi accade attorno.
Ci sono viaggi solitari, in cui vi sentite liberi e indipendenti, in grado di cogliere ogni occasione di apprendere vi si pari davanti; non lo nego, questi non sono mai abbastanza.
Ci sono viaggi in cui avete qualcuno ad attendervi: viaggi con un esito spesso imprevedibile, dipendendo in gran parte dall'alchimia che si verrà a creare tra di voi ed il vostro anfitrione.
E poi ci sono i ritorni, ma di quelli parleremo quando sarà il momento... o forse non ne parleremo affatto, visto che non ce ne sarà uno. Paura, eh?

martedì 6 marzo 2012

Divine, windy city by the lake

E infine accadde l'irreparabile: scuotendomi dal mio torpore, qualcuno mi convinse ad abbandonare l'Ontario un grigio venerdì pomeriggio, per avventurarci nel Midwest. Acconsentii bofonchiando, senza troppa convinzione.

venerdì 17 febbraio 2012

Di rapporti di forza e di rapporti del cambio



Toronto, metà gennaio. Il vostro corrispondente, da poco arrivato in città, osserva con devozione lo spirito indomito dei ciclisti canadesi, restii ad abbandonare le due ruote anche se circondati da neve e ghiaccio. Mi sento già a casa.

giovedì 2 febbraio 2012

Standing ovation

Correva l'anno 1998-99 e questo ragazzo
bruciava i campi di tutta Europa.
Bei tempi.


Qualcuno forse non capirà, ma oggi sento il dovere di salutare un campione. Buon viaggio anche a lui, ben sapendo che è uno di quelli che non perderanno mai la strada di casa.

mercoledì 1 febbraio 2012

La settimana enigmatica

Una settimana di ostello, dunque. E in una settimana a Toronto succedono anche troppe cose.
A tal proposito in quei giorni scrivevo:
...come avrai intuito tra un fuso e l'altro non cambia solo l'orario, ma anche la velocità con cui il tempo scorre, la consistenza dell'aria e quel motore interno (con qualunque nome tu voglia chiamarlo) che tiene in piedi le persone.
Le mie giornate sono lunghe e piene, tutto mi appare sorprendente come allo sguardo di un bambino, viaggio come un treno e talvolta salto un pasto.
E a volte, nonostante tutto, viene su un po' di magone... e allora esco a fare due passi, arrivo a quella che un tempo fu Little Italy e passo una mezz'ora a chiacchierare di Asprilla e di Crespo, di immigrazione e di donne con un colombiano che ormai ha il passaporto canadese e da anni ha imparato anche a fare la pizza.

lunedì 23 gennaio 2012

Che il viaggio cominci.

Dieci giorni a Toronto. Non sembra molto, ma guardandosi indietro si scopre che di cose da raccontare agli amici lontani se ne avrebbero già tante.

Tutto sta nel trovare la forma corretta con cui esprimere un'esperienza quotidiana fatta di innumerevoli nuove sensazioni, nuovi volti, nuovi sapori; in fin dei conti, si tratta di un'esperienza ineffabile, che merita, però, per la sua ricchezza, di essere lambita in modo impreciso da qualche parola, di essere in qualche modo comunicata ad una ristretta cerchia di persone a cui sono legato.