Che il viaggio cominci.

Dieci giorni a Toronto. Non sembra molto, ma guardandosi indietro si scopre che di cose da raccontare agli amici lontani se ne avrebbero già tante.

Tutto sta nel trovare la forma corretta con cui esprimere un'esperienza quotidiana fatta di innumerevoli nuove sensazioni, nuovi volti, nuovi sapori; in fin dei conti, si tratta di un'esperienza ineffabile, che merita, però, per la sua ricchezza, di essere lambita in modo impreciso da qualche parola, di essere in qualche modo comunicata ad una ristretta cerchia di persone a cui sono legato.

Lungi dal voler tediare chi mi conosce da poco con eccessive introspezioni, cercherò in questo spazio di far trapelare qualche spiraglio - verbale o visivo - di vita canadese, senza limitarmi a riportare banalmente ciò che succede attorno a me, ma arricchendo il tutto con qualche riflessione.

Prego da subito i miei lettori di perdonarmi per la cadenza irregolare dei post: d'altronde, sapete meglio di me che vivere è immensamente più divertente di scrivere, e ad ogni modo solo una piccola parte del nostro vissuto è degna di essere riportata per iscritto.

Partiamo, dunque, e da parte mia vi esorto a partire a vostra volta, viaggiatori e non turisti, soli e non in compagnia, lontani da tutto ciò che vi è familiare, affinché possiate davvero sentirvi sperduti, confusi, smarriti, e così riprendere a conoscere nel modo più autentico, a bocca aperta, lasciandovi travolgere dall'entusiasmo per un mondo che non avete mai visto, come tutti noi abbiamo fatto muovendo i nostri primi passi su questa terra.

Viaggiate, buttate all'aria le vostre routine; in poche parole, tornate ad essere padroni del vostro tempo.

Non è vero che il tempo scorre. Il tempo corre, e lo fa con la fretta di chi è inseguito da qualcuno. Ecco, credo di aver capito che lì dietro ci siamo noi.

Buttate la pasta, che tra 3 mesi sono da voi per cena. Ma ora andiamo, che c'è tanta strada ancora da fare.