venerdì 30 marzo 2012

Dieci motivi per non andarsene mai più

Ci siamo lamentati a più riprese ma sotto sotto, non c'è neanche bisogno di dirlo, questo posto ci è ormai entrato nella pelle. Vediamo di farvi capire perché, iniziando con la componente più sociologica.

giovedì 29 marzo 2012

Quattro passi a Cabbagetown

Reports of my death have been greatly exaggerated, si dice in questi casi.

E non è che non avessi niente da dire, è che a noi abitudinari basta un nonnulla per mandarci in crisi: nel frangente, un trasferimento forzato ad altre postazioni e ad altre mansioni per consentire di ridipingere l'ala in cui si trova il mio ufficio. Un lavoretto da pochi giorni che, grazie ai solerti imbianchini di Woodbridge, si sta trascinando da oltre una settimana. D'altro canto, anche la salute rischia di risentirne se, seguendo il mio cattivo esempio, a chi ti spezza la routine rispondi sfangandoti una poutine.

Ma non di solo lavoro vive l'uomo, sicché ne ho approfittato per prendermi un po' di tempo libero e ritornare ad esplorare quella che avevo già adocchiato come una delle neighbourhood più caratteristiche di Toronto, riscoprendola come una vera e propria dimora dell'anima, in cui cercherei sicuramente di vivere se dovessi mai tornare in questa città.

giovedì 22 marzo 2012

Pietanze caucasiche

Un po' di food porn per le gentili lettrici non guasta mai, soprattutto perché si tratta di desinari che probabilmente non hanno mai imbandito la vostra tavola.

domenica 18 marzo 2012

Di onesti bottegai col vizietto del teatro

Se a Toronto chiedete di Ed Mirvish, chiunque vi saprà dire qualcosa, o comunque vi indirizzerà a colpo sicuro verso i suoi grandi magazzini, un vero e proprio punto di riferimento in città: qualunque sia l'articolo che state cercando, da Honest Ed's potrete trovarlo, di solito a prezzi stracciati.

Costruiti all'incrocio tra due arterie di traffico importanti come Bloor Street e Bathurst Street, i magazzini sono un'imponente e inconfondibile struttura visibile anche da grande distanza, che non potrà che catturare la vostra attenzione con la sua insegna in stile teatrale-circense colorata da ben ventitremila lampadine.
Le sorprese, però, non si limitano all'esterno dell'edificio.

giovedì 15 marzo 2012

You say I've got another face



Dedicata a chi mi chiede conto del velo di tristezza che talvolta mi si legge in viso. Valga come ringraziamento e come (confuso) tentativo di spiegazione.

Quando non trovi le parole, sai che i Belle & Sebastian l'hanno già detto.

lunedì 12 marzo 2012

La tana degli italiani (e non solo)

E così non ho ancora scritto nulla sull'argomento che probabilmente molti dei miei lettori - ma probabilmente più lettrici - attendono con maggiore trepidazione, ovvero il mio posto di lavoro.

Premettendo che il grosso dei racconti avverrà in forma orale e all'aria aperta, possibilmente in uno dei nostri orti preferiti, ad una qualsiasi festa di contrada (tanto sapete quale ho in mente) o ad una festa della birra, non vedo nulla di male nel concedervi qualche anticipazione.

martedì 6 marzo 2012

Divine, windy city by the lake

E infine accadde l'irreparabile: scuotendomi dal mio torpore, qualcuno mi convinse ad abbandonare l'Ontario un grigio venerdì pomeriggio, per avventurarci nel Midwest. Acconsentii bofonchiando, senza troppa convinzione.

sabato 3 marzo 2012

Un mochafrappespresso da portare via, grazie

Ci sono cose che, comunque vada, un italiano all'estero non riuscirà a fare pienamente proprie, se non rinunciando a una parte di sé: una di queste è la differenza nel consumo di caffè.

Sia chiaro, non intendo attaccare una filippica sulla qualità del chicco o del macinato sulla sponda opposta dell'Atlantico. Sfonderei una porta aperta, tanto più che i marchettari si affannano a spacciare le proprie miscele per italiane, come a dire "avete ragione voi". Inoltre, lungi da me l'esserne un accanito consumatore, per cui mai le mie papille potrebbero atteggiarsi a giudice severo e inflessibile.